Viaggiare con una vertebra rotta: la mia esperienza

Tempo di lettura: 5 minuti

viaggiare con una vertebra rotta

Faccio sempre tante interviste sul mio blog perché adoro farti conoscere viaggiatori straordinari e le loro incredibili storie, ma oggi avevo voglia di parlarti di me. Non ho mai amato fare la melodrammatica come fanno oggi giorno la stra grande maggioranza degli “influencer” e “travel blogger” quindi non sarà un articolo strappa lacrime, pesante e in cui faccio la vittima di turno solo per attirare follower, like e lettori sul blog. Amo parlare di me e delle mie sfighe scherzandoci sopra. Credo che la vita vada presa con leggerezza anche quando le cose non vanno esattamente come avremmo sperato. Ho un carattere molto forte. E’ difficile spezzarmi, farmi piangere o vedermi seduta in panchina a sbuffare per quello che non ho. Amo testare i miei limiti. Purtroppo ne ho diversi e naturalmente quando viaggio si fanno sentire a suon di tamburo. Oggi vorrei parlarti di un problema che ho sin dalla nascita e che porta con sé problematiche di vario tipo. Sono nata con una vertebra rotta e viaggiare con questo handicap non è affatto una passeggiata, come non lo è vivere il quotidiano. Ora ti spiego tutto dall’inizio.

Prima di cominciare vorrei anche specificarti che il termine “vertebra rotta” è una volgarità in campo medico 🙂

Alcuni dottori chiamano il mio problema: spina bifida lieve, la quale porta a chi ne soffre problemi gravi di scogliosi ( ho indossato il busto tutte le notti per almeno 10 anni ) e un problema ad entrambi i piedi, altri medici invece hanno messo nero su bianco che i miei problemi siano dovuti ad una lisi istmica a livello 5.

Sin da quando ero piccola i medici hanno sempre sparato a zero, ma il nome non mi interessa granché. I problemi che ho ci sono ugualmente e poco importa dargli un’identità.

Mi sono formata così, un po’ storta 🙂 Sappi che io specifico sempre di essere un cesso rotto 🙂

Viaggiare con una vertebra rotta: la mia storia e info utili 

Partiamo dal principio. Come ti dicevo sono nata così e i miei genitori si sono accorti che in me c’era qualcosa che non andava, quando a 8 anni lamentavo spesso male alla schiena, e non era di certo una cosa normale dato che ai tempi ero una super giovincella 🙂

E così sono passata sotto il radar di 2000 medici e dopo innumerevoli esami, hanno scoperto l’origine dei miei mali: vertebra rotta, scogliosi, piedi storti e con delle strane ossa che sporgono ai lati 🙂 In pratica sembra che io abbia 6 dita anziché 5 🙂 Non mi faccio mancare niente 🙂

La vertebra non si è rotta perché sono caduta o mi hanno fatta cedere, semplicemente non si è formata del tutto durante la gestione.

Anche se può sembrare una piccola complicanza ti assicuro che non lo è e trascina dietro tante noie. 

I medici sono stati chiari sin da subito con me: avrei avuto difficoltà nel mondo del lavoro e dello sport. Grazie al mio problemino sento dolori acuti nella zona lombare e vicino ai glutei quasi costantemente, ma soprattutto se sollevo oggetti troppo pesanti o se rimango troppo tempo a sedere o in piedi.

Trovare il lavoro adatto sarebbe stata un’impresa. 

Cosa succede quando cammino troppo 

Quando cammino troppo a lungo (3/4 ore) devo fare una pausa perché il dolore è talmente forte e pungente che non riesco proprio a continuare. E’ come se mi bloccassi. Non riesco a descriverti cosa si prova. E’ davvero frustrante quando la mente vuole fare fuoco e fiamme ma i difetti genetici te lo impediscono. 

Quando cammino su terreni morbidi e non definiti come ad esempio una classica passeggiata sulla spiaggia o un trekking in montagna in cui le strade hanno delle buche qua e là, sassi ecc, ecc arrivo alla meta fisicamente spappolata, tutta incroccata e dolorante.

L’unico modo per rimettermi in sesto è sdraiarmi e farmi fare un massaggio nella zona in cui ho la vertebra rotta ( zona osso sacro ). Il fastidio è una costante, ma non ci posso fare assolutamente nulla. Rimarrà con me finché morte non ci separi 🙂

Come mi organizzo per viaggiare 

E ora ti sorgerà spontanea una domanda: “Come mai hai preso la pazza decisione di vedere il mondo con uno zaino da 80 litri sulle spalle”? Effettivamente non potrei e semmai un giorno dovessi viaggiare no stop dovrei diminuire di un bel po’ i litri. 

La scelta del giusto zaino è una cosa fondamentale per me e anche l’aver imparato a sollevarlo nel modo corretto.

Mi è stato spiegato che devo allacciarlo immediatamente al seno e al bacino in modo da equilibrare il peso. Se devo aspettare un uber o un bus me lo slego immediatamente e mi faccio sempre aiutare dai driver quando da terra devo metterlo nel baule o nel sedile posteriore. 

Quando sono in aeroporto vado subito alla ricerca di un carrello e in questo modo i miei viaggi proseguono lisci come l’olio. La cosa più importante è il come lo si solleva.

Non devo prendere dei pesi nel modo sbagliato, ma questa regola è valida anche per chi è nato con una schiena perfetta. Se sbaglio qualcosa rischio di creare più problemi e di sentire un forte dolore localizzato che può durare dalle 12 alle 24 ore senza cessare mai.

Quando si parla di un disturbo cronico non ci sono medicine che possono aiutarti a farlo passare, al massimo puoi diminuire un po’ il male fino a farlo tornare “normale”.

Devo organizzare bene ogni giornata e le relative pause da fare. Come sai amo camminare, scoprire e lanciarmi in qualche pazzo trekking, ma pianificare è tutto nel minimo dettaglio è di fondamentale importanza per la mia salute.

So bene che dopo aver passato 3 ore in piedi la vertebra rotta inizia a pulsare e così non riempio mai troppo le mie giornate perché anche se la mente scalpita il fisico grida pietà.

In genere se cammino 3/4 ore so che dopo devo concedermi un riposo lungo 120 minuti. Se riesco torno in albergo altrimenti cerco un luogo o una zona in cui potermi sedere e stare comoda. 

Viaggiare con una vertebra rotta non è semplice. Pensi sempre di recare disturbo a chi è con te ed è per questo che preferisco viaggiare con Fabilandia. Ormai conosce a memoria tutti i miei punti deboli e conosce i miei ritmi. Quando poi arriva anche il ciclo mestruale non ti dico…tutti i dolori sono amplificati!

Quando sono in viaggio con le amiche la faccenda si fa più stressante perché non voglio essere io l’anello debole o interrompere i loro piani, quindi sopporto, stringo i denti più che posso e al massimo torno in albergo da sola. 

Nonostante tutto a parte un “Ahi, che male” una volta ogni tanto, non mi sentirai mai fare troppe “gnole” né sui social né in casa ( il termine “gnole” significa “lamenti o capricci” in dialetto bolognese 🙂 )

Odio essere di peso e appesantire le persone con i miei dolorini. Credo anche che ognuno di noi combatta le proprie battaglie. Il mondo è pieno di malattie di ogni genere anche peggiori della mia, sempre che “malattia” si possa definire, quindi fare la vittima non serve proprio a niente 🙂 

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In viaggio con me

C'è tanta gente infelice che tuttavia non prende l'iniziativa di cambiare la propria situazione perché è condizionata dalla sicurezza, dal conformismo, dal tradizionalismo, tutte cose che sembrano assicurare la pace dello spirito, ma in realtà per l'animo avventuroso di una donna non esiste nulla di più devastante di un futuro certo. Il vero nucleo dello spirito vitale di una persona è la passione per l'avventura.

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