Quello che la guerra scatena, riflessioni intime di una viaggiatrice

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Ho pensato molto prima di scrivere questo articolo. Non è facile per me parlare di un argomento del genere, in fondo io che cavolo ne so della guerra? Non l’ho mai vissuta e il solo pensiero mi paralizza. A volte mi capita di pensarci dato che non molto lontano dall’Italia questo genere di cose capitano ancora.

Un grido di disperazione

Quando andavo al liceo ho studiato le conseguenze delle guerra e l’impatto economico sul pianeta, sull’economia e sulle persone. La verità è che la guerra non si può spiegare, non si può capire o immaginare. E’ un’idea tremenda partorita da uomini crudeli e basta.

Quello che la guerra scatena

Pochi giorni fa un mio collega mi ha condiviso una notizia scioccante. Due ragazze europee sono state trovate senza vita in Marocco. Erano in vacanza e volevano fare escursionismo nei pressi del monte Toubkal. Non ho potuto trattenere le lacrime. Quello che più mi ha sconvolto è stata la frase che uno degli assassini ha pronunciato in un video diffuso in rete: “Questo è per la Siria”.

Una frase carica di odio e vendetta. “Questo è per la Siria”. I miei genitori mi hanno insegnato che quando c’è un problema, grande o piccolo che sia, tra due persone o fra due popoli, etnie diverse la colpa non è mai di uno solo. La colpa è sempre di entrambi.

Non sono qui per parlare di politica e per schierarmi dalla parte di qualcuno. Non sono qui a fare del patriottismo. Siamo tutti uguali e siamo tutti fratelli e sorelle e chi mi conosce sa che detesto qualsiasi forma d’odio e violenza.

Il meccanismo della guerra è semplice e crudele: “Tu ferisci me, io ferisco te”. Nessun punto d’incontro. Nessuna comprensione per chi deve subire tutto questo a causa di qualcun’altro, per colpa di un conflitto non risolto e di un pensiero troppo diverso che non è stato accettato.

E così due ragazze, che forse neanche erano a conoscenza di questi disordini sociali e politici, hanno subito torti irreparabili. Sono state uccise senza pietà, travolte da un odio “generalizzato”.

Questa “guerra” scoppiata all’improvviso ha coinvolto anche chi non c’entrava, d’altra parte è questo lo scopo dell’odio: accecare le menti. La vita di due ragazze che volevano vivere un viaggio con frivolezza è stata stroncata brutalmente e improvvisamente.

Due ragazze che non avevano pregiudizi e che volevano godersi una semplice vacanza in Marocco.

Altre due vittime di questa guerra, che dal 2011, sta togliendo la vita a chi vorrebbe far scorrere la propria in tutta tranquillità, a chi alla guerra non ci vuole pensare e non ne vuole far parte eppure si trova ugualmente invischiato.

Partiamo per un viaggio pensando unicamente a divertirci e rilassarci. Nessuno vorrebbe sentire grida di disperazione come quelle a Barcellona, a Parigi o prima ancora a Nizza.

Mi ferisce vedere persone che desideravano organizzare un viaggio in Marocco cambiare meta per colpa di questa notizia. Il Marocco è un paese straordinario abitato da persone ospitali e gentili e bisogna fare attenzione come in ogni luogo del pianeta.

Sono così stanca di vedere tutto questo. Prego per gli abitanti della Siria così come prego per ogni popolo sulla faccia della terra. Prego che tutto questo finisca e di tornare a viaggiare serena e ovunque e di vedere posti che sogno da una vita ma che forse non avrò mai la possibilità di visitare a causa dell’odio.

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In viaggio con me

C'è tanta gente infelice che tuttavia non prende l'iniziativa di cambiare la propria situazione perché è condizionata dalla sicurezza, dal conformismo, dal tradizionalismo, tutte cose che sembrano assicurare la pace dello spirito, ma in realtà per l'animo avventuroso di una donna non esiste nulla di più devastante di un futuro certo. Il vero nucleo dello spirito vitale di una persona è la passione per l'avventura.

2 Comments
  1. Mi è piaciuto il tuo articolo perché , a differenza di come fanno molti e come tu stessa hai scritto, hai parlato in generale. Senza essere offensiva. Io dico solo una cosa in più… Che magari non è così politicamente corretta. Purtroppo , secondo me, la storia ci insegna che la violenza e tutto ciò che ne consegue prolifera in luoghi colmi di ignoranza. Dove c’è mancanza di cultura e l’unico strumento a disposizione è attaccare a prescindere. Come fanno i bambini. Vogliono un gioco. Se lo prendono e lo picchiano in testa all’amico perché ” è mio”. Poi i bambini crescono. E maturano. Se sono in una società che educa e insegna. Altrimenti rimarranno infanti a vita. Questo è uno dei problemi. Molti paesi non hanno ancora raggiunto quel livello di maturità e compromesso.

    1. Sono contenta che ti sia piaciuto. Volevo, nel mio piccolo, tentare di abbassare il razzismo che si è creato a causa di questa notizia e far capire alle persone il “perché” si sia scatenato un omicidio così efferato. Grazie per averlo letto! Un abbraccio grande.

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